Slot machines a Las Vegas.
Slot machines a Las Vegas.

Le cronache ci presentano molti drammi causati dal gioco d’azzardo, con persone e famiglie indebitate o messe sul lastrico da una passione distruttiva. E le cronache ci raccontano pure dei tentativi di arginare il problema con divieti e restrizioni; tentativi spesso difficili, come mostrato dalla recente vicenda sull’uso delle “macchinette mangiasoldi” nei bar trentini. Ma i divieti non sono l’unico modo per contrastare questo crescente rischio sociale.

Certo, gli interventi atti a rendere difficile l’accesso alle slot machine sono sicuramente utili perché ad esempio impediscono a molti di cominciare a giocare. Ma non sono risolutivi: anche nella nostra regione sono tantissimi coloro che sconfinano nella vicina Austria per giocare nei casinò; per non dire delle innumerevoli opportunità offerte da internet, per cui si può puntare da casa varie somme di denaro senza doversi scomodare troppo.

E’ dunque indispensabile seguire parallelamente altre strade, andando all’origine del problema, ossia l’attitudine al rischio e il conseguente piacere che si prova nel rischiare per vincere. La spinta al rischio è un impulso innato che ognuno di noi porta dentro di sé e che – in genere – ha un’indubbia utilità: è proprio tale molla che ci permette di prendere decisioni importanti, evitando di cadere nell’immobilismo perenne. Ai provvedimenti di divieto è dunque necessario affiancare delle campagne informative e preventive, con l’obiettivo di mostrare in modo efficace i rischi del gioco d’azzardo, evidenziando pure come tutti noi possiamo cadere nella trappola, sebbene alcune persone siano più predisposte di altre. Chi si ammala di gioco d’azzardo, quindi, non deve essere giudicato dalla società come un reietto da emarginare ma come una persona sfortunata da aiutare; chi comincia a giocare e fatica ad uscirne deve sapere che può essere aiutato, che i suoi comportamenti sono il frutto – purtroppo esagerato o addirittura patologico – di attitudini umane universali.

Non c’è nulla di male a comperare qualche biglietto della lotteria e sperare nella fortuna; ma quando la spinta verso il gioco è eccessiva, allora può trasformarsi in una trappola. E’ compito della società aiutare chi entra nella dipendenza, senza criminalizzazioni o emarginazioni; ed è compito di ognuno aiutare chi si sta avviando sulla strada del gioco patologico, mostrando che esistono tante vie verso il piacere sano e appagante invece che distruttivo. Una riflessione che dovremmo fare tutti, poiché il fenomeno è in crescita soprattutto tra i giovani.

(dal Corriere del Trentino del 28 dicembre 2012)